giovedì 22 settembre 2016

Fiabe motorie al nido




Mi piace l'idea che insieme al racconto della fiaba, si possano soddisfare anche i bisogni di movimento (biopsichici) e quelli di relazione (psicosociali) dei bambini. 
Per questo motivo ho cercato e trovato un libro  che sostiene che la fiaba è uno strumento di conoscenza della vita psichica del bambino, sia dal punto di vista emotivo che cognitivo e stimola lo sviluppo di quell'area motoria necessaria al processo formativo globale. La fiaba, o meglio il rapporto bambino-fiaba, mette in evidenza:le paure, i conflitti, le ansie, la percezione del proprio corpo , l'immedesimazione dei ruoli , la drammatizzazione, la verbalizzazione.
Secondo me e secondo gli autori del libro, più importante ancora è la motivazione fondamentale per qualsiasi apprendimento; le fiabe motorie stuzzicano l'interesse dei bambini e li portano a dare il meglio di sè.

Un'attivata da proporre ai bambini di 3-4 anni 
Indicatore: sviluppo delle capacità motorie di base in situazioni diverse.
Obiettivi: percepire il proprio corpo, organizzare i propri  movimenti rispetto allo spazio, agli oggetti, agli alti, ascoltare e muoversi al ritmo dettato, rielaborare e inventare i movimenti seguendo la fiaba narrata.
  • In cerchio seduti con 2/3 palloni, passarsi la palla facendola rotolare.
  • In piedi invitiamo i bambini a camminare in tutte le direzioni, con la palla, riproducendo semplici variazioni di ritmo, portare la palla al contatto con varie parti del corpo.
  • Percorso motorio attraverso l'invenzione di una fiaba motoria.
  • Ogni bambino con un pallone
  • gioco dello "specchio" con l'insegnante
Fonte:A, Mazzoni, P. De Rossi, M.P. Albanese (2010), Fiabe motorie;Moviemento,fantasia e creatività; Armando editore, pp 22-23, 54

martedì 20 settembre 2016

Non esiste un libro per tutti i bambini


Non esiste un libro per tutti i bambini, esiste un libro per quel determinato bambino e per quel determinato momento. 
Più di un anno fa ho avuto la fortuna di essere presente ad una lezione della professoressa  M. Campagnaro  durante le ore di lezione di pedagogia dell'infanzia (con la docente E. Toffano). In questo post riporterò alcuni pensieri o frasi che mi hanno colpito e mi hanno insegnato alcune accortezze nel leggere ai bimbi.

Caratteristiche della lettura con i bambini: 
  • LIBERTA':un bambino deve essere sempre libero di scegliere il  libro 
  • GRATUITA': leggere è un dono che si fa al bambino. Non deve essergli chiesto nulla in cambio 
  • Un libro va Presentato: al bambino si legge il titolo, casa editrice e editore, ma soprattutto mostrata la copertina. Nel leggere un libro, soprattutto se illustrato va sempre mostrato al bambino.
  • Un buon libro deve rimanere aperto perché il bambino non deve essere impegnato nel tenerlo fermo, possibilmente non tossico (soprattutto se il bambino che lo tiene in mano gli piace assaggiarlo ), gli angoli devono essere stondati 
  • AVERE UN AMPIA POSSIBILITA' DI SCELTA, questo vuol dire avere tanti libri, o anche andare in biblioteca  con il bambino.
Vedere i genitori leggere è un bene per il bambino, perché  tende ad imitarlo.

Un fatto che non avevo considerato prima della lezione con la professoressa, era che l'essere umano non è nato per leggere,  o meglio, ( secondo la neuro scienziata  cognitivista statunitense Maryanne Wolfe) non siamo biologicamente programmati ad essere lettori, poiché non c'è un area del nostro cervello designata alla lettura, perciò c'è difficoltà nel leggere. 
Questa considerazione mi pare molto importante; soprattutto quando il bambino impara a leggere, bisogna sempre tener conto dei suoi tempi e bisogni. Un modo per aiutarlo è sicuramente quello  di iniziare a leggere con lui  quando è molto piccolo.

Alcuni  libri che la docente Campagnaro ci ha presentato in quell'occasione:


racconta delle apparenze, dei pregiudizi  che molto spesso abbiamo


di seguito c'è un video che mostra il libro, molto bello





 Questo libro è molto divertente  soprattutto per i bambini  che trovano molto divertente il tema delle feci, inoltre è un modo simpatico di conoscere gli animali

venerdì 16 settembre 2016

Il bisogno di magia del bambino


Le fiabe lasciano che il bambino faccia lavorare la propria fantasia e decide se e  come  applicare a se stesso  quanto viene rivelato dalla storia circa la vita e la natura umana. La fiaba è coinvolgente per il bambino perché si conforma al suo modo di pensare e talvolta  può trovare conforto.
Per il bambino, non esiste una linea netta che separa gli oggetti dagli esseri viventi, e qualsiasi cosa abbai vita ha una vita molto simile alla nostra. Dato che il bambino  è egocentrico, si aspetta che l'animale parli delle cose che sono realmente importanti per lui, come gli animali fanno nelle fiabe.
Quando i bambini cercano di dare delle soluzioni ai primi ed eterni interrogativi come ("Chi sono?", "Cosa devo diventare?") lo fanno in basandosi sul pensiero animistico. 

Le fiabe forniscono delle risposte a questi pressanti interrogativi;ma se dal punto di vista dell'adulto e in termini di scienza moderna, le risposte sono fantastiche anziché veritiere, per il bambino le spiegazioni realistiche sono intellegibili.
Quindi le affermazioni che riusciranno a convincerlo  sono intellegibili in relazione all'attuale capacità di comprensione e alle preoccupazioni emotive del bambino.
Fonte:
Bruno Bettelheim (2005), Il mondo Incantato,Milano, Feltrinelli pp.47-50

giovedì 15 settembre 2016

fiaba e infanzia

L'infanzia non ha pienamente ereditato  le fiabe. L'infanzia, per lungo tempo non era stata la prima  e l'unica  fruitrice del fiabesco, molto spesso gli uomini narratori di mestiere, escludevano i bambini nelle veglie perché le storie erano spesso proibite. Dopo il seicento  il fiabesco viene lasciato come sottoletteratura  ai bambini delle classi alte e agli adulti delle classi popolari. 
Se da una parte ci sono infanzie  disuguali (per cultura , per stato e per destino sociale), dall'altra però c'è una condivisa partecipazione alle fiabe di Perrault, patrimonio ormai acquisito dalla letterature  per l'infanzia.
Fiabe e infanzia e infanzia si sono incontrate ad un certo punto del percorso, ma poiché sono gli adulti a scrivere e narrare fiabe, ci sarà pure una componente adulta, e il bambino che la legge avrà sempre a che fare con l'immaginario dell'adulto e con il suo mondo.

Quasi tutti conosciamo la storia dei "Tre porcellini", "L'ape regina", "Bianca neve","Hansel e Gretel", "Cenerentola" . In questo post cercherò di spiegare la portata morale e valoriale di alcune di queste fiabe, che  spesso diamo per scontate, ma vengono raccontate ai bambini da generazioni.


I tre porcellini: il principio di piacere contro il principio di realtà


Il mito di Ercole si riferisce alla scelta fra l'adesione al principio di piacere o al principio di realtà nella vita. Alla stessa scelta s'inspira la fiaba I tre porcellini
Il porcellino più piccolo costruisce  la sua casetta nel modo più sbrigativo, con la paglia il secondo si serve di bastoni; entrambi tirano su i loro rifugi con la massima fretta e con il minimo dispendio di energie, così da poter giocare, vivendo in accordo con il principio di piacere; senza darsi pensiero per il futuro e dei pericoli della realtà.
Il terzo porcellino, ha imparato che seguendo il principio di realtà , egli è in grado di rimandare il piacere e agire prevedendo  ciò che può accadere in futuro. Il lupo rappresenta le forze asociali, inconsce e divoranti da cui l'individuo deve imparare a difendersi, e può sconfiggerle con laforza del proprio Io.

Biancaneve
Ci sono molteplici versioni di questa fiaba, in una versione in particolare, meno comune,  viene posta l'attenzione sui desideri edipici di un padre e della figlia, e il mondo in cui essi suscitano la gelosia della madre e le fanno desiderare di sbarazzarsi della figlia.
Poche fiabe aiutano l'ascoltatore a distinguere fra le principali fasi dello sviluppo infantile così nettamente come Biacaneve, La storia tratta essenzialmente dei conflitti edipici fra madre e figlia dell'infanzia.


Cenerentola
Così come la conosciamo, viene recepita come una storia dalle grandi angosce e speranze che costituiscono l'essenza della rivalità fraterna.
Spiga e rende accettabile un'animosità che si vorrebbe che esistesse tra fratelli autentici. Il bambino piccolo si identifica in cenerentola, quando patisce i tormenti della rivalità fraterna, anche quando teme di non poter conquistare l'amore e la stima dei suoi genitori in concorrenza coi fratelli.
Dire ad un bambino ossessionato dalla rivalità fraterna che da grande si rivelerà bravo come i suoi fratelli e sorelle non gli offre un grande sollievo dalla sua attuale condizione di abbattimento.

Se dovessero interessarvi altre fiabe potete chiedere, e se mi è possibile cercherò di aggiungerle. 


Fonte:

Bruno Bettelheim (2005), Il mondo Incantato,Milano, Feltrinelli pp. 44-46, 192, 227
Milena Bernardi (2007) Infanzia e Fiaba, Bologna, Bononia University Press, pp. 35,55-57

mercoledì 14 settembre 2016

Fiabe e favole

fiaba

Le fiabe affondano le loro radici nelle tradizioni orali, non furono attribuiti loro dei titoli né esse sono mai esistite nelle forme in cui vengono raccontate, stampate e filmate oggi. Il mondo incantato che la fiaba ci evoca: dalla narrazione che calamita l'ascolto, stimolando personali visioni, al richiamo potente delle illustrazioni, teatro dell'immaginazione e della scoperta, dallo scrigno segreto delle pagine capaci di accendere l'emozione della lettura, fino alle seduzioni visive dello schermo cinematografico.
La fiaba mette in scena storie senza tempo ne luogo in cui i personaggi, solitamente rappresentati da uomini e donne, si ritrovano ad affrontare situazioni difficili.
 


favola
Si tratta di un testo in prosa , breve, comprensibile, che contrappone l'atteggiamento negativo di chi agisce imprudentemente a quello positivo di chi pondera le conseguenze delle proprie scelte. Il racconto che contiene la morale deve corrispondere alle aspettative di un pubblico di cultura orale, abituato a confrontarsi con il mondo animale, riconoscendovi una serie di pregiudizi psicofisici (es: volpe astuta, corvo ladro)

Fonte:
Milena Bernardi, Infanzia e fiaba, edizione Bononia University Press
Jack Zipes,La fiaba irresistibile, Donzelli editore
Lucia Rodler, La favola, edizione Carocci

lunedì 12 settembre 2016

Chi racconta e chi ascolta...in famiglia


L'asilo nido offre molte opportunità di lettura, ma anche a casa con i genitori e più in generale in famiglia e fondamentale creare dei momenti d'intimità tra chi racconta e chi ascolta.
Leggere ad alta voce ai bambini fin dalla più tenera età è una attività coinvolgente: rafforza la relazione adulto bambino . Un bambino che riceve letture quotidiane avrà un vocabolario più ricco, si esprimerà meglio e sarà più curioso di leggere e di conoscere molti libri.
La vostra voce è magia per il bambino. L'elemento che più conta è lo stare insieme, condividere la lettura come un'attività semplice. Non sono richieste doti particolari di bravura o di tecnica, è sufficiente seguire il testo e intraprendere con il bambino una lettura dialogica, ricca di scambi affettivi.
Come e quando leggere
  • Bisogna cercare il momento adatto per la lettura dove entrambi (genitore e figlio) sono tranquilli. Bastano pochi minuti al giorno!
  • Scegliere un luogo confortevole e privo di distrazioni;
  • tenere in mano il libro in modo che il vostro bambino possa vedere le pagine chiaramente e partecipare attivamente (girando le pagine da solo, o indicando le figure);
  • leggere con partecipazione, creare le voci dei personaggi e usare la mimica per raccontare la storia, ma anche variare il tempo di lettura 


  • fargli domande: cosa pensi che succederà adesso?
  • lasciare scegliere i libri da leggere al bambino e rileggere quelli preferiti anche se lo chiede spesso e questo annoia
  • portarlo in biblioteca dove troverà un luogo accogliente e una vasta scelta di libri
L'obiettivo è anche quello di gettare un "ponte" tra il mondo infantile e quello adulto, un canale di comunicazione fruibile da entrambi gli interlocutori.


Fonte:Silvia Arborini, La bottega delle fiabe, edizioni la meridiana, Molfetta 2011 p.17
http://www.natiperleggere.it/ (ultima consultazione:12/09/16)


sabato 10 settembre 2016

La narrazione come metodo per educare ai valori

                                 

Crescere accompagnati dalla lettura delle fiabe permette di avviare un processo di apprendimento  che, basandosi sul mondo immaginario, della metafora e del simbolo, attiva nel bambino sia un livello di elaborazione inconsapevole delle proprie fragilità e paure. Per queste ragioni le fiabe possono essere proposte ai bambini al fine di perseguire scopi diversi. Come trasmettere valori ad esempio.
La fiaba in tal senso può essere uno strumento di conoscenza, sperimentazione ed acquisizione dello sfondo valoriale sottostante all'agire individuale.
Le "fiabe con morale" hanno una funzione pedagogica utile ad avvicinare i bambini ai valori culturali di riferimento  su cui poi lavorare e CONFRONTARSI senza mai porsi in modo  rigido e prescrittivo.
Lavorare con le fiabe significa riflettere sui valori, ragionare su come i più piccoli instaurano i loro rapporti interpersonali, ponendo delle basi affinché il bambino in crescita acquisisca la capacità di analizzare e ripensare le proprie relazioni e sentimenti.

In sintesi la fiaba morale è uno strumento per insegnare, ma anche per divertirsi e per creare un rapporto più intimo tra chi racconta e chi ascolta.




Fonte:Silvia Arborini, La bottega delle fiabe, edizioni la meridiana, Molfetta 2011